Avatar: La Via dell’Acqua, Zoe Saldaña parla del tornare su Pandora descrivendolo come eccitante
Zoe Saldaña è pronta quanto noi per il tanto atteso sequel di Avatar che finalmente debutterà nelle sale entro la fine dell’anno.
I partecipanti all’annuale CinemaCon hanno visto il primo filmato dedicato al film, che è stato ufficialmente intitolato Avatar: La via dell’acqua, la scorsa settimana.
“È eccitante; snervante”, ha detto Saldaña, che era presente per ricevere il premio Star of the Year dell’evento. “Sai, l’attesa è finalmente finita, e possiamo condividere qualcosa che amiamo così tanto con così tante persone che sappiamo anche loro amano.”
Il film, che è in lavorazione da 13 anni, riporterà il pubblico sul bellissimo pianeta Pandora, con Saldaña che riprende il ruolo di Neytiri, una Na’vi nativa, e Sam Worthington come Jake Sully, il soldato umano diventato Na’vi. Le nuove aggiunte al cast includono Edie Falco, Michelle Yeoh, Kate Winslet, Cliff Curtis e altri.
Parlando in un messaggio pre-registrato al pubblico al CinemaCon, il regista del film James Cameron ha scherzato sul fatto che il sequel “spingerà ancora una volta i limiti del grande schermo” utilizzando “3D, con un’elevata gamma dinamica, con frame rate elevato, risoluzione più elevata e una realtà molto più grande nei nostri effetti visivi.”
Come nel primo film, Saldaña ha dovuto subire una trasformazione fisica per sembrare uno dei Na’vi. Fortunatamente, la star non è estranea a trasformarsi in coloratissimi alieni, avendo anche interpretato Gamora nei Guardiani della Galassia. Ma secondo Saldaña, il processo per diventare un Na’vi è molto diverso dal trasformarsi nell’eroina Marvel.
“Richiedono un diverso tipo di sacrificio, ma sono davvero unici in motivi soggettivi”, spiega. “Gamora è un approccio molto più tradizionale in cui ti svegli alle 3 del mattino e attraversi l’intero processo protesico. E poi una volta che ti vedi e senti Gamora su di te, ovviamente, ti trasformi.
Quando si tratta di Neytiri, è più una pratica. Sono mesi di allenamento, non solo le prove con il tuo regista, ma anche l’allenamento con i coordinatori di movimento, è camminare nella giungla e provare a sentire com’è il mondo attorno a te. E una volta che capisci tutto questo, lo porti in quello che chiamiamo il Volume, che è il set, quando giri in performance-capture.”
L’attrice spiega che tutta quella preparazione ha contribuito a formare la sua interpretazione, perché “questo mondo deve diventare vivo nella tua immaginazione”.
“Ovviamente, ci sono immagini di riferimento e Jim [Cameron] ha sempre schermi che sono vivi e ti mostrano una versione molto approssimativa di come appare l’ambiente”, spiega. “Ma ti sei preparato così tanto, e credi così tanto in Pandora, che non è un viaggio difficile da fare con la mente.”