Chris Hemsworth ha quasi deciso di abbandonare il reboot di Ghostbusters

Prima che Chris Hemsworth portasse Thor in direzioni nuove e inaspettate, ha sfoggiato i suoi il suo lato comico demenziale come addetto alla reception nel film Ghostbusters del 2016, con Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Leslie Jones e Kate McKinnon. Nel numero di questa settimana di Variety, Hemsworth ha rivelato di aver quasi lasciato il film diretto da Paul Feig.

“La notte prima di girare mi sono quasi tirato fuori”, ha detto Hemsworth. “Tre o quattro settimane prima, Paul mi disse: ‘Sto per scrivere il personaggio. Non preoccuparti’. E poi ho ricevuto la sceneggiatura e nulla è cambiato.”

Il suo agente, Bryan Lourd, ha organizzato un incontro dell’ultimo minuto con Feig, che ha assicurato a Hemsworth che ci sarebbe stato molto da fare – attraverso l’improvvisazione.

“Avevo davvero paura di camminare su quel set”, ha continuato. “Non avevo un piano reale, quindi mi stavo solo nutrendo di loro, e mi sentivo semplicemente ridicolo. Così ho usato quella sensazione.”

Hemsworth ha accreditato Ghostbusters come il responsabile del fatto che sia stato accettato il nuovo tono dato a Thor in Thor: Ragnarok e Avengers: Endgame. Avrebbe voluto fare un sequel di Ghostbusters, e non ha perdonato i fan online che ha ferocemente attaccato il reboot in parte perché i nuovi protagonisti erano interpretate da donne.

“Per tutto il periodo in cui sono stato nel film mi son chiesto: ‘Che tipo di possesso avete voi ragazzi su quei personaggi? Oh, hai guardato il film, quindi dovresti dirci come dovrebbero andare le cose?’. Ho pensato che fosse molto sfortunato fin dall’inizio il film, e un po’ deludente il comportamento dei fan.”

Vi ricordiamo che inizialmente Max Landis ha proposto la propria sceneggiatura per un nuovo film di Ghostbusters in una serie di post su Twitter che purtroppo ormai non si trovano più. La sua storia  aveva inizio negli Anni ’20, dove avremmo visto il leader carismatico Ivo Shandor parlare della profezia dell’avvento di Gozer: ci sarebbero state un paio d’incursioni fallimentari a distanza di trent’anni, che avrebbero distrutto il mondo. Uno dei suoi seguaci osa proferire parola e viene ucciso per insubordinazione, diventando lo spettro anche noto come Slimer.

In un salto al 2016 vediamo l’azienda Ghostbusters è diventata un organo di stato di proprietà privata, anche se a gestione governativa. Tuttavia, la carenza di invasori da altre dimensioni, la conseguente assenza di fantasmi da acciuffare e l’ottimismo del Governo portano a un drastico taglio dei fondi. I Ghostbusters rimangono un’icona ma, nonostante il merchandise, i cartoni animati e tutti i prodotti collaterali, l’azienda è in bancarotta e sull’orlo del fallimento.

Solo due filiali resistono, ma dopo che non c’è stata una richiesta di soccorso per più di dieci anni, gran parte dei membri del team originario si è ritirata. Venkman dopo essere stato pagato è sparito, ritirandosi in solitudine. Winston Zeddemore ha lasciato la squadra nel 1991 diventando un milionario in stile Richard Branson. Egon Spengler ha accidentalmente raggiunto un piano più elevato di esistenza, lasciando solamente il disilluso Ray Stantz a tenere le redini della compagnia nella sua esistenza terrena.

A new York quindi c’è un nuovo team di giovani Ghostibusters, composta da Ted Becker, che ha realizzato il suo sogno di bambino di entrare nella squadra, fan della battaglia contro Gozer; Veronica Spengler, la figlia di Egon, che sente il peso della scomparsa del padre; Brian Quaid, un autoproclamatosi studioso del paranormale e Irwin Oberstein, un metallaro laureato al MIT che vede i Ghostbusters come l’occasione di applicare le proprie idee punk rock alla fisica quantistica.

Seratul

Seratul

Sono uno scrittore per passione, un cinefilo per destino, ed un intellettuale perché non ho niente da fare. Strano, appassionato di cinema, incline all'informarmi per diletto ed a fare figure cacine all'occorrenza. Capo redattore di Cinespression.it.
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