IMPRESSIONI – Supergirl (1° stagione)

Con questa puntata Falling, ho terminato per ora il recupero della serie in vista del crossover e voglio dare un opinione sulla serie ma soprattutto sulla puntata.

Ammetto che avevo giudicato male questa serie inizialmente, e ammetto anche che l’ho ripresa solo ed unicamente per via del crossover con Flash, ma è riuscita velocemente a piacermi e su questo finale di stagione devo dare ragione a Kevin Smith, ha uno spirito che può sollevare una tonnellata.

Una puntata che apre subito con quello che tutti volevamo vedere da un nobile membro della casa di El, una puntata che dona speranza, una puntata che letteralmente mi fa sperare in bene e imbracciare la mia spada alla kriptonite verde se i capoccia della ABC decidessero di non rinnovare la serie.

Ma parliamo della serie.

Quello di cui avevo più paura era il cast ma invece sono stato smentito, soprattutto da Melissa Benoist e da Chyler Leigh, ma comunque veniamo a noi.

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All’inizio devo dire che avevo dei pregiudizi verso questa serie, soprattutto dopo il pilota che sembrava una sorta di Ugly Betty con mantello rosso, ma dopo la visione di ben 16 episodi in previsione del crossover con The Flash, volevo riprendere questa serie per sapere che mi aspetta, e vi dirò… pensavo veramente peggio. Ma andiamo con ordine.

La mia paura più grande era il fatto di voler creare una serie stand-alone su un personaggio che è quasi totalmente un sidekick, una spalla dell’eroe più importante, a livello di interesse eh.

Complice anche il fatto che non conoscessi molto le avventure di Supergirl al di fuori del contesto di sogno ad occhi aperti del piccolo nerd che c’è in me che non vuol vedere altro che uomini e donne con poteri e moralità fuori dall’ordinario, non umani, che scendono sulla Terra e vivono fra noi sembrando più normali dei normali.

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Conosciamo il personaggio di Kara Zor-El/Supergirl solo come cugina di Superman. Si nei fumetti ha avuto una caratterizzazione più che buono, trasformandosi da sidekick femminile a vero e proprio personaggio, un po’ come è successo anche ad Harley Quinn.

Nella serie la paura era che non sarebbero riusciti a dare alla ragazza kriptoniana una degna caratterizzazione personale, ma sono stato smentito. Mentre il prode Kal El si batte ormai da anni ed anni sulla Terra come simbolo di speranza e fratellanza con i popoli extraterrestri, ecco che Kara, dopo essere accidentalmente stata sbalzata via dalla rotta prestabilita per il pianeta terra, che pare piaccia molto ai Kriptoniani, dall’esplosione di Kripton, non riesce ad adempiere al compito di salvaguardare la crescita del suo cuginetto, arrivando in iper sonno sulla Terra molti anni in ritardo.

Nella più classica storia fumettistica la ragazza viene adottata da una famiglia composta da due amorevoli genitori americani, che fra l’altro sono niente popò di meno che Dean Cain, ex Superman nella serie tv Lois e Clark, ed Helen Slater, la Supergirl del film del 1984.

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Ma personaggio più importante è la sorella adottiva Alex, interpretata da Chyler Leigh che risulta davvero il personaggio migliore della serie nonché anche un’attrice che sa il fatto suo. Naturalmente tutto viene spiegato ad inizio di ogni puntata come nella migliore tradizione DC Comics televisiva.

Le prime puntate non creano un manifesto molto buono alla serie, questo lo devo ammettere, dove, se hai un po’ di dimestichezza con questo tipo di trame, dal primo momento in cui la storia ingrana indovini subito come andrà a finire. Per fortuna tutta la faccenda dell’acquisizione di poteri, che in Smallville è stata una vera e propria piaga, è stata velocizzata nello spirito Snyder, e come in Man of Steel la ragazza di Kripton ha già tutti i suoi poteri, deve solo imparare a gestirli. E vola fin da subito.

Le trame si separano fra la vita privata di Kara e il suo mestiere di supereroina, ma anche in questo frangente vengono abbattuti i canoni classici della narrazione, rivelandoci subito gli amici umani di Supergirl che compongono il comparto azione/informatico, e un’organizzazione che si occupa di monitorare l’attività a aliena sulla Terra, con cui Supergirl subito stringerà un’alleanza visto che la sorella, Alex, è proprio un agente di quel gruppo. Le trame si dipanano nei più svariati modi, dal classico mostro della puntata che ce l’ha con Kara, al più semplice approccio che gli umani hanno con gli alieni. Dal desiderio di Kara di essere d’esempio per tutti come suo cugino, a momenti di rabbia e sconsolazione che ci mostrano il lato più umano del personaggio.

Fino ad arrivare alle sottotrame che si mischiano in un cocktail di intrighi amorosi, anche se non troppo marcati, lavoro di segretariato per la tirannica, ma a volte figura materna, Cat Grant (Calista Flockhart), ed il dubbio interiore di una persona che combatte la sua stessa gente capitanata dalla zia della protagonista Astra (Laura Benanti), integerrimo capo ma anche amorevole verso la nipote.

Nel crescere delle puntate abbiamo visto dei tocchi niente male, come la paura xenofoba di una certo politico, il delirio militare di un generale, i segreti nascosti all’intero del D.E.O., la rabbia di Supergirl, che per ora rimane nella mia top tre delle puntate preferite; androidi che perdono il controllo, poteri quasi mutanti donati a persone di dubbia moralità, ed anche una bella puntata molto classica che mostra cos’è il supereroe senza i suoi poteri. Come non citare anche il rimando a Superman III che nella puntata Falling abbiamo visto, e la genuinità emotiva di Melissa Benoist che ha saputo mostrarci il lato oscuro di una brava ragazza che può tutto, donandoci anche momenti di gag e paura.

Per quanto riguarda il comparto tecnico vediamo uno sviluppo e una sapiente scritturaCBS_SUPERGIRL_106_CLIP3_694075_640x360 delle scene e dei movimenti di macchina che non mi aspettavo, tutto naturalmente asservito ad una regia funzionale da mestierante, ma caratterizzata proprio bene.

L’utilizzo del green screen pare più che buono, la resa dei voli di Supergirl non stona e non mostra un tirannico abuso della CGI, e perfino gli effetti visivi conquistano, cosa che spesso viene tralasciata in questo tipo di produzioni. Basta ricordarsi Smallville. Tutto sommato il comparto tecnico risulta più che buono, ma ormai la cosa non stupisce dopotutto la DC Comics televisiva ci ha decisamente abituati bene.

Purtroppo però ci sono anche delle note dolenti che, a parere mio, sono state causate da sviste di un supervisore agli effetti speciali pigro, che sembra rimasto alla mentalità di un tempo, in cui credei che bastasse mostrare un supereroe che fa cose per fare in modo che il pubblico si esalti. Naturalmente la serie ha dei punti di forza non indifferenti, e un plauso va all’essere riusciti a caratterizzare questo personaggio, ma, anche se in termini di intrattenimento non ha nulla da invidiare ai gemelli della CW, sul lato tecnico e più nel particolare riguardo la fotografia e gli effetti speciali si potrebbe fare di più.

Datemi retta però, se non l’aveste ancora fatto recuperatevi la serie e non fatevi ingannare dalle prime quattro puntate, questa è una serie con un arco narrativo che si completa in 20 puntate. Ve la consiglio!

P.S. Melissa Benoist riesce anche a trasmettere una certa sessualità, come ci si aspetta da Supergirl, ed è perfetta nella parte.

Seratul

Seratul

Sono uno scrittore per passione, un cinefilo per destino, ed un intellettuale perché non ho niente da fare. Strano, appassionato di cinema, incline all'informarmi per diletto ed a fare figure cacine all'occorrenza. Capo redattore di Cinespression.it.

7 pensieri su “IMPRESSIONI – Supergirl (1° stagione)

  1. Non posso che darti ragione su tutto, una bella recensione. Gli ultimi due episodi però li ho trovati un po’ frettolosi e poveri, da Myriad mi aspettavo di più, qualcosa di più apocalittico. Non ho trovato un buon bilanciamento sceneggiatura e script nella parte finale dello show, eccetto il discorso sulla speranza da parte di Supergirl e il combattimento finale Supergirl & Martian Manhunter vs. Non e Indigo doveva a parer mio essere più epico. Il fatto è che talvolta si esagera con i dialoghi e diventa carente l’azione, tuttavia promuoverei la serie con un bel 7 e mezzo, molti episodi sono da otto, soprattutto quelli che si incentrano maggiormente sull’umanità della protagonista. Il crossover con Flash è indimenticabile!

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