domenica, Ottobre 1, 2023
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Paolo Ruffini lancia un nuovo film: “Rido perché ti amo” di cosa tratta? Qui tutti i dettagli

Paolo Ruffini, l’attore-comico di grande successo, torna sul grande schermo con il suo nuovo film “Rido perché ti amo”. Non si tratta del solito film vacanziero ma di una strana euforia visiva e di uno spettacolo truculento. La trama del film è una vera e propria fabiovolata che catapulta lo spettatore nell’universo comico e bizzarro di Ruffini. La sceneggiatura, il casting e la regia fanno del film un capolavoro della comicità italiana moderna: non solo si ride fino alle lacrime ma ci si sente anche coinvolti emotivamente. “Rido perché ti amo” è il film che tutti gli appassionati di cinema e serie tv stavano aspettando e che sicuramente sarà un successo a livello nazionale, ma scopriamo di più in questo articolo!

Paolo Ruffini regista di “Rido perché ti amo”

Paolo Ruffini, il talentuoso attore-regista che ha già conquistato il pubblico con le sue commedie irresistibili, dà nuovamente prova del suo genio cinematografico con il suo ultimo film “Rido perché ti amo”. Mentre il giovane e pluripremiato regista Xavier Dolan esprime amaramente i suoi dubbi sulla settima arte, Paolo Ruffini rimane saldo nella sua passione e dedizione per il cinema.

A partire dal 6 luglio, nelle sale arriva il suo ottavo lungometraggio, una commedia romantica che racconta la storia d’amore tra Leopoldo Timi, un maître pâtissier interpretato dal talentuoso Nicola Nocella candidato al David di Donatello, e Amanda, interpretata dalla bravissima esordiente Barbara Venturato. Fin da bambini, i due protagonisti sono inseparabili e si apprestano a convolare a nozze. Tuttavia, Leopoldo è completamente immerso nel lavoro, mettendo da parte i sentimenti e le preoccupazioni legate al loro imminente matrimonio. Ma l’ostacolo principale, oltre alla trama stessa, sarà la fastidiosa presenza del regista nelle scene, trovando un posto in ogni inquadratura, per i più banali dei motivi.

In “Rido perché ti amo”, Paolo Ruffini non solo mette in mostra il suo talento come regista, ma delizia anche il pubblico con la sua brillante interpretazione. Con il suo inconfondibile stile comico e la sua capacità di coinvolgere gli spettatori, Ruffini offre un’esperienza cinematografica divertente e coinvolgente.

La recensione sul film

L’eclettico Paolo Ruffini, noto per la sua versatilità e carisma sul grande schermo, dà vita al personaggio dell’amico del protagonista, Ciro, in questo entusiasmante film. Nonostante i suoi cinquant’anni, Ciro è un potenziale talento nel mondo della regia cinematografica e lo dimostra con un tocco di eccentricità nel nome del suo adorato cagnolino “Ciak”. Ma ciò che interessa veramente sono le sue relazioni sentimentali, compresa l’ex fidanzata, che non possono essere ignorate. Nonostante sembri essere un dettaglio insignificante, ciò offre l’opportunità di goderci una scena di sesso di cinque minuti con il nostro protagonista e la sua malcapitata compagna, ricoperti di panna. E chi se ne importa?

Tuttavia, Paolo Ruffini sembra essersi distratto dalla vera coppia protagonista di questa storia, Leopoldo e Amanda, innamorati e promessi sposi (o forse no). Paolo Paolini ha forse dimenticato il suo piano iniziale? Purtroppo, sembra proprio di sì.

Nonostante questa piccola discrepanza, c’è una scena magistrale di discussione tra i due protagonisti riguardo ai loro imminenti voti nuziali, ambientata in una cucina professionale. Nonostante l’assenza di cuffia e guanti protettivi da parte del maître pâtissier Leopoldo, che tocca numerosi ingredienti con le mani nude, questo dettaglio insignificante passa inosservato. La scena, nel complesso, sembra una tipica lite di coppia tipica di un film di Gabriele Muccino, ma con un volume adeguato. È impossibile non affezionarsi a questi due personaggi. È un vero peccato che le loro tracce si perdano nel corso del film, scomparsi nella strana ossessione di Paolo Paolini di distogliere l’attenzione da loro.

“Rido perché ti amo” cannibalizzato dal suo stesso regista?

L’attesissimo film romantico “Rido perché ti amo” è riuscito a conquistare il cuore degli amanti delle commedie rosa, ma ahimè, la trama un filo naïf ha subito una trasformazione indesiderata nelle mani del regista Paolo Paolini. Ci troviamo catapultati in una melassa sentimentale che rischia di diventare stomachevole persino per i più appassionati degli eroi romantici. Siamo travolti da uno tsunami di buoni sentimenti e banalità patinate da biscotti della sfortuna. Le dolci emozioni svaniscono e si perdono in una sequenza di scene che sembrano estranee l’una all’altra, come se si fossero conosciute solo casualmente. Uno strano mix di amore, che viene miscelato senza cura. Ma solo per amore di sé stesso.

Questo montaggio criminale divorzia dal romanticismo, cancellando gli eroici sforzi intrapresi da Leopoldo per riconquistare l’amore di Amanda. L’intera trama è affogata nell’abbaiare di Ciak, negli interventi casuali di saggezza di Paolo Ruffini (Paolini), nel suo autoesaltarsi e nel suo emotività trascinante. Purtroppo, non è questa la storia che ci era stata promessa all’inizio del film.

“Rido perché ti amo” è un peccato mortale. Cannibalizzato dal suo stesso regista, spreca energia preziosa per sottotrame non interessanti, solo per mettere in risalto un personaggio marginale e fastidioso come “Ciro”. Questo personaggio sghignazza convulsivamente senza una reale ragione ogni volta che Paolo Paolini si ricorda di essere nel bel mezzo di una commedia romantica. E ride da solo, ovviamente. Ogni membro del cast o comparsa si affretta a riversargli complimenti casuali, tutti lo amano. Se solo una minima frazione di questa presunzione superficiale fosse stata indirizzata verso l’amore della trama invece che verso se stesso, avremmo potuto assistere a un film gradevole, se non addirittura bello. Ma purtroppo, questa è solo una speranza e non vedremo mai questa versione realizzarsi. Possiamo solo pregare affinché Paolo Ruffini, per una volta, si sincronizzi con il resto del cast e del plot, ma sappiamo che questo non accadrà. È troppo bravo, potentemente amato, belloccio in maniera sconfinata e non c’è “bella topolona” che possa resistere al suo fascino nel mondo invertito di questa storia.”

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