RECENSIONE- Alien (1979- Ridley Scott)

Sono passati 38 anni da quando il genio di Ridley Scott ha saputo far provare brividi al pubblico mondiale con Alien, eppure all’epoca non avrebbe mai potuto immaginare la fortuna che avrebbe avuto la sua creazione. Fumetti, sequel e crossover che raccontano la storia delle varie squadre che sono arrivate in contatto con la specie degli xenomorfi. Abbiamo iniziato con quella della Nostromo fino a quando conosceremo, questo 11 maggio (qui in Italia) l’equipaggio della Covenant (Alien: Covenant). Oggi mi voglio però soffermare sulla storia della prima nave da trasporto della Weyland-Yutani e dello sventurato gruppo di persone che per primo ha avuto a che fare con i cosiddetti Alien.

LA TRAMA

Premessa- non è spoiler free, ma se visiti un sito come questo… conto che tu l’abbia visto.

alien_facehugger

Anno 2122. La nave mercantile Nostromo sta ritornando sulla Terra dopo aver raccolto minerali da altri pianeti, ma il computer di bordo Mother impedisce di proseguire il ritorno a casa dell’equipaggio, composto dal capitano Dallas (Tom Skerritt), il vicecapitano Kane (John Hurt– Olivander ragazzi miei), l’ufficiale Ripley (Sigourney Weaver), il medico Ash (Ian Holm), la navigatrice Lambert (Veronica Cartwright) e i tecnici Parker (Yaphet Kotto) e Brett (Harry Dean Stanton), accompagnati nel viaggio dal gatto rosso Jones. A causa del protocollo della compagnia, parte del gruppo scende sul pianeta da cui arrivano i segnali, incappando in un relitto alieno. Dopo essere entrati, Kane, che viene mandato in avanscoperta,  trova quelle che sembrano a tutti gli effetti delle uova.

Il vicecapitano viene assalito da uno degli animali contenuti in una di queste, che lo aggredisce ferocemente al volto, avvinghiandosi come un parassita.

L’equipaggio fa di tutto per aiutare Kane, ma purtroppo non si può fare nulla per “staccare” l’alieno, che secerne acido. Anzi, l’animale alla fine se ne va da solo dalla faccia del povero sfortunato, che sembra stare bene. Almeno fin quando non presenta emorragie interne e un altro alieno gli squarcia il torace, uccidendolo.

La situazione precipita, e il film sa farti provare paura per l’incolumità dei personaggi che scappano in ogni modo dall’alieno, cercando di difendersi invano dalla minaccia che diventa sempre più grande e pericolosa.

Lo xenomorfo è una macchina per uccidere, non dimostra nemmeno punti deboli.

Come se non bastasse, Mother non si dimostra d’aiuto, e sostiene che per il protocollo della compagnia l’esemplare debba essere portato sulla Terra per essere studiato e che…

l’equipaggio è sacrificabile.

Ripley (Sigourney Weaver) è il personaggio che viene più seguito dalla scioccante scoperta, e ci guida in questa nave che in modo claustrofobico non ci fa più sentire al sicuro. L’alieno ha già ucciso Brett e Dallas, mentre Ash viene decapitato da Parker (scoprendo che lo scienziato di bordo era un androide) dopo che ha tentato di soffocare Ripley. Lambert e Parker cercano di fuggire con una scialuppa, ma anche loro vengono soppressi nel tentativo. Gli unici superstiti sono l’ufficiale Ripley e  il gatto Jones, che dopo essere riusciti a prendere la navetta di salvataggio scoprono di non essere soli. L’alieno è ancora lì dentro, e la donna riesce a mantenere il sangue freddo, indossando una tuta da astronauta e buttando fuori l’essere e incenerendolo.

Il ticchettio che accompagna l’ultima scena viene interrotto solo dai respiri affannosi, dalle urla e dalla registrazione inviata alla Terra da parte di Ripley, ultima sopravvissuta della Nostromo.

ANALISI E CONSIDERAZIONI

Da studentessa di cinema quale sono, non potevo evitare di fare un’analisi sui concetti e sullo stile di questo film. Ridley Scott è stato un grandissimo maestro nell’orchestrare ogni singola inquadratura, rendendo gli ambienti ristretti e ansiogeni di Alien in larghe attese dello spettatore. Sa fare panoramiche in stanze ridotte, riempiendo di ansia chi guarda, nonostante lo spazio che viene concesso, si trattiene lo stesso il respiro.

 

Scene fatte da infiniti silenzi.

mother

 

La dignità umana è inesistente, non c’è spazio per il sentimento come non ce n’è per la ragione. Ciò che fa davvero paura in questo film non è la minaccia, ma il silenzio, e l’assenza di comunicazione. Alien è una spietata macchina per uccidere, un essere creato solo per questo, e non concede vie alternative alla violenza e alla morte. Questo tema accompagna da sempre i film di fantascienza basati sugli incontri con gli alieni, basti pensare ad E.T. o ad un più recente Arrival (film consigliatissimo), incentrato esclusivamente sul tema della comunicazione come alternativa alle ostilità. Proprio per questo motivo il film è colmo di silenzio, come lo è di grida.

“Nello spazio, nessuno può sentirti urlare.”

Un’altra nota affascinante è la figura di Ripley, donna che finalmente si rimbocca le maniche per sconfiggere la minaccia. Sappiamo bene che non è la sola figura femminile che conta nel cinema ecc, ma lei davvero sa cosa fare e quando lo deve fare. Occupa lo spazio di un uomo, e non ha bisogno di nessuno, ma tutti gli altri hanno bisogno di lei.

Non sapremo mai come si sia conclusa realmente la vicenda. Si può chiamare “lieto fine“? Il ritorno di Ripley sulla Terra viene raccontato da James Cameron nel secondo capitolo della serie (Aliens: Scontro finale- 1986), e tutto ciò  che conoscevamo viene messo in dubbio, persino l’eroicità di questa donna. Gli interessi economici prevalicano tutto. Ma questa è ancora un’altra storia.

Il film ci lascia in sospeso, ci coinvolge nello stato di ipersonno della protagonista, lasciando anche noi sopiti e impotenti dopo aver sopportato il peso delle angosce durante la visione del film. Non sappiamo quando Ripley arriverà sul nostro pianeta, ci concediamo semplicemente la flebile rassicurazione che prima o poi tornerà- stratagemmi Hitchcockiani, di quelli che ti fanno pensare “Ma come? Finisce così?”.

Scott non ci farà mai respirare di sollievo.

Ma possiamo consolarci, almeno il gatto è vivo.

Tornando al sequel di Prometheus, il regista gestirà anche le riprese di Alien: Covenant, quindi ci si aspetta intriganti passi avanti nella trama della serie di Alien (di cui il regista preferisce snobbare i capitoli VS Predator).

Il primo Alien resta una pietra miliare nella storia della fantascienza, e il suo franchise un capostipite per gli appassionati del genere.

In attesa di Alien: Covenant fatemi sapere cosa pensate della serie, e cosa vi aspettate dal prossimo capitolo!

Tankian

Tankian

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