RECENSIONE – Animali Notturni
Tom Ford è un regista da cui non sapevo bene cosa aspettarmi, dato che aveva iniziato col fare lo stilista e costumista per quanto riguarda l’ambito cinematografico. Poi dirige il suo primo film, A Single Man, che riscuote un certo successo, ed ecco che al cinema è uscito il suo nuovo film, ovvero Animali Notturni con Jake Gyllenhall e Amy Adams. Il film catturò la mia attenzione sin dalla prima foto ufficiale e ammetto che una volta in sala provavo un certo hype. Sarà stato all’altezza delle aspettative?
Tom Ford alla regia mi ha stupito non poco, ben studiata, con dei movimenti di macchina davvero notevoli. In particolare ho notato che Ford ha voluto concentrarsi sulle figure tonde, come per esempio un sedere femminile, un’immagine che ricorre molto spesso. Ok, asteniamoci dalle battute che potrebbero portare ignoranza a palate, ce le teniamo per il futuro va’ XD. In parte mi ha ricordato l’ossessione di Nicolas Winding Refn verso il riflesso dello specchio in The Neon Demon, senza mettere a paragona questi due film abbastanza diversi ma che effettivamente hanno qualche elemento in comune. Ford con la sua regia riesce anche a costruire in maniera perfetta alcune situazioni di suspense, durante le quali mantieni il respiro dall’inizio alla fine e ti senti totalmente coinvolto nella scena che stai osservando.
La fotografia ad opera di Seamus McGavery mi è piaciuta non poco, si sposa perfettamente con la regia di Ford e l’atmosfera che ne viene fuori risulta in alcune scene irreale, anche grottesca. McGavery lo abbiamo visto al lavoro molto recentemente con The Accountant (di cui trovate la recensione a questo link) ed effettivamente la ricorda in parte, ma concorderete col fatto che in Animali Notturni c’è una maggiore cura dell’aspetto tecnico e anche una maggiore autorialità. Anche la musica di Abel Korzeniowski colpisce assolutamente nel segno, con i suoi violini e le sue note drammatiche, in particolare nelle sequenze iniziali e finali dove la musica è un elemento a dir poco fondamentale.
L’unica pecca dell’aspetto tecnico che ho riscontrato maggiormente, per lo più nella parte iniziale, è il montaggio. Spesso ci sono tagli troppo frequenti oppure abbiamo una scena dove il personaggio è in una certa posizione, stacco, e si trova in un’altra posizione. Sì, con lo stacco Ford potrebbe far intendere che sia passato del tempo in cui il personaggio ha cambiato posizione, ma sinceramente se provo quella sensazione di spaesamento che provo in questi casi allora la cosa non va proprio bene. Non che siano così frequenti questi tagli eh, e non sono nemmeno troppo invasivi, però danno quella sensazione di fastidio ogni tanto.
Anche la sceneggiatura porta la firma di Tom Ford ed è tratta dal romanzo Tony e Susan scritto da Austin Wright, e per chi ha già visto il film troverà molto interessante il titolo scelto per il romanzo. La tram è molto particolare perché da una parte racconta la storia di Susan Morrow, interpretata da una Amy Adams davvero in forma che non vedevo dai tempi di American Hustle (anche se in Big Eyes non era stata così male), mentre dall’altra viene raccontata la storia della bozza del romanzo scritta dall’ex marito Edward Sheffield, interpretato da Jake Gyllenhall che interpreta anche Tony Hastings, personaggio principale del romanzo. Gyllenhall è stato a dir poco bravo ma c’era da aspettarselo; ha già dimostrato di essere un attore eccezionale con Lo Sciacallo, Donnie Darko o Prisoners. In questo caso però c’è da dire che Gyllenhall ha interpretato lo stesso personaggio inserito però in due contesti e situazioni differenti ma allo stesso tempo molto simili. Edward nel suo libro scrive di un personaggio che è praticamente sé stesso: sensibile e romantico ma molto debole e fragile e ciò potrebbe portare a situazioni poco piacevoli.
C’è sempre un certo parallelismo tra le situazioni raccontate nel libro con quelle della vita reale, e ciò lo rende anche più chiaro la regia di Tom Ford. Per esempio se vediamo Tony fare una doccia in contemporanea vediamo Susan che, mentre si prende una pausa dalla lettura, si fa una doccia. Lo stesso parallelismo lo si può riscontrare nel finale, che potrebbe essere sì molto più drammatico di quel che sembra, oppure solo la vendetta da parte di Edward nel far sentire Susan una persona orribile, che effettivamente è. Un tempo ripudiava alcuni ideali ed invece ecco che man mano che passano gli anni diviene quel che ha sempre odiato, non perché è cambiata ma semplicemente perché si è rivelata essere quello che è.
Le vere rivelazioni del film sono però Michael Shannon e Aaron Taylor-Johnson nei corrispettivi panni di Bobby Andes e Ray Marcus. Shannon è stato davvero bravo nell’interpretazione, ma aveva già dimostrato la sua bravura in film precedenti come L’Uomo D’Acciaio, al quale si possono attribuire mille difetti ma c’è da dire che Shannon nei panni del Generale Zod ha fatto una gran bella figura. Personalmente non vedo l’ora di poter vedere qualche scena in lingua originale perché credo che Shannon abbia dato molto nella sua interpretazione proprio dal punto di vista vocale, come per esempio una risata che fa in una certa scena, che è stata resa molto bene dal doppiaggio ma sono curioso di vedere cos’ha combinato l’attore.
La vera sorpresa è stata l’interpretazione di Aaron Taylor-Johnson, di cui non avevo visto un’interpretazione davvero degna di nota. In Avengers – Age of Ultron nei panni di Quicksilver è stato bravo, ma non si trattava di un personaggio molto profondo. Mentre in Godzilla, di Gareth Edwards, lasciava parecchio a desiderare. In Animali Notturni però è riuscito a rendere appieno quello che è il personaggio di Ray, un uomo rozzo, crudele ma non sveglissimo e spesso prevedibile. Infatti nel corso della narrazione i vari personaggi riusciranno ad anticipare le sue mosse e a prevederle. Io avrei preferito che fosse del tutto imprevedibile, dato che così sarebbe risultato ancor più pericoloso, ma devo dire che il personaggio l’ho apprezzato non poco.
Ci tengo anche a citare altri componenti del cast che, anche se non hanno un gran minutaggio e i loro personaggi sono solo di contorno, hanno fatto bene quel che dovevano fare. In primis Armie Hammer, visto all’opera nel recentissimo Mine, che interpreta Walker Morrow nuovo compagno di Susan. Abbiamo anche la a dir poco talentuosa Jena Malone che interpreta un personaggio davvero particolare che se fosse apparso sul grande schermo per più tempo sono sicuro che ci avrebbe detto molto di più, a differenza di Hammer che comunque interpreta un personaggio il cui scopo è solo quello di caratterizzare meglio il personaggio di Susan. Tra l’altro è proprio col personaggio della Malone che ho riscontrato un’altra somiglianza con The Neon Demon, non solo per il fatto che la Malone stessa recita in quest’ultimo film, ma perché fa parte del mondo dell’arte/moda, si veste in modo molto particolare e la vediamo in queste location molto surreali, come ho già detto. Ed infine Laura Linney nei panni della madre di Susan è riuscita ad esprimere perfettamente quello che dovrebbe essere il personaggio, Anne. Come potete vedere sono tutti personaggi che riesco a ricordare nonostante siano apparsi per molto poco sullo schermo. Come mai? Beh, c’entra di sicuro il fatto che ad interpretarli abbiamo attori molto celebri, ma è soprattutto grazie a Ford che è riuscito a rappresentare ogni personaggio nel modo più giusto possibile.
Questo è quello che penso di Animali Notturni. Che dire, un film davvero degno di nota che consiglio assolutamente di vedere. Ford alla regia e alla sceneggiatura sorprende non poco, presentandoci una trama a dir poco ben scritta con personaggi rappresentati alla perfezione. Ognuno di essi ha un ruolo ben preciso nella narrazione e tutti gli attori hanno dato un’ottima perfomance. In particolare Shannon e Taylor-Johnson, non che siano stati più bravi della Adams e di Gyllenhall ma sono quelli che più mi hanno sorpreso.
Voi avete visto il film? Se l’avete visto allora ditemi la vostra a riguardo nei commenti!