RECENSIONE – La Torre Nera
Va fatta un’importante premessa. Io non ho mai letto nessun libro di Stephen King nonostante la mia intenzione di recuperare qualcosina. Pertanto non aspettatevi una recensione scritta da uno che conosce la versione letteraria del film di cui sto per parlare, ma quella scritta da uno che è andato al cinema con l’intenzione di vedere un semplice film fantasy (o comunque il genere a cui appartiene). Il motivo principale che mi ha spinto a vederlo era la presenza di Matthew McCounaghey nei panni del villain, l’Uomo in Nero, ma più trailer uscivano e più l’atmosfera che si respirava mi incuriosiva non poco e nonostante la critica lo abbia smontato il mio interesse non è calato di un millimetro. Quindi, dopo questa importante e pallosa premessa, La Torre Nera è un buon film?
Come ho detto nella premessa, dopo un po’ di tempo è stata la stessa atmosfera dei trailer che mi ha spinto ad andare a vedere il film e devo dire che da questo punto di vista sono rimasto parecchio soddisfatto. Nikolaj Arcel è riuscito ad amalgamare tra loro diversi generi cinematografici, giocando anche con la fotografia ad opera di Rasmus Videbæk. Il film passa dall’avere delle atmosfere tipiche di un fantasy a quelle di un film sci-fi, con un particolare ma leggero tocco steampunk che non guasta assolutamente. Il tutto condito con dei momenti degni di un film horror/thriller misti a quelli di un western, data la natura del personaggio di Roland. La fotografia gioca perlopiù su colori freddi e spenti, in particolare notiamo come il grigio e il grigio scuro (quasi nero) siano dominanti per la maggior parte delle scene, grazie ad una New York costantemente ricoperta da un cielo nuvoloso, triste e malinconico. Un po’ com’è il personaggio di Jake. Grande pecca della fotografia la si riscontra nel finale, quando finalmente il sole sorge a New York ma comunque si cerca di rendere il tutto freddo e grigio. Ho capito che si vuole rendere una certa atmosfera, però sono dell’opinione che non è mai una buona idea desaturare così la luce naturale del sole. L’effetto che si ottiene è un qualcosa di innaturale e che ho riscontrato in diversi blockbuster negli ultimi anni. L’unico che è riuscito a rimediare a questo errore è Matt Reeves in The War – Il Pianeta delle Scimmie, ma Reeves ha dimostrato di essere un vero autore in grado di sfornare blockbuster di altissimo livello e non credo che Arcel possa raggiungere tale livello, almeno da quello che ho visto in questo La Torre Nera.
Arcel mette in gioco una regia anonima e operaia. Le scene d’azione non sono dirette e montate in modo confusionario, ma non presentano nemmeno un tocco registico che mi fa pensare ‘Ah, Arcel ci sa proprio fare con la macchina da presa’. Questo però per quanto riguarda la gestione della macchina da presa e dei suoi movimenti, perché d’altra parte, come ho detto prima, riesce molto bene a rendere l’atmosfera e le ambientazioni del film. Sono rimasto invece deluso dalla colonna sonora ad opera di Junkie XL. Le musiche di questo film mi sono sembrate esattamente come la regia di Arcel: operaie. Nel senso che mi sono sembrate uguali a quelle che si possono sentire in moltissimi blockbuster che escono oggigiorno. Sì, si sente in alcuni momenti il tocco più rocambolesco e tecno tipico di Junkie XL, però non così tanto da essere una colonna sonora degna di nota o comunque al di sopra della media. Di grande livello sono invece gli effetti speciali, nonostante siano quasi tutti realizzati in CGI, e le scenografie molto suggestive.
La sceneggiatura può vantare di una gestione dei tempi ben curata. E’ vero che il film alla fine dura relativamente poco, circa un’ora e mezza, però non mi sono sentito affatto annoiato e questo anche per la trama molto intrigante e movimentata, ma non troppo. Allo stesso tempo però mi è sembrata una trama che sa di “già visto”. Lo sviluppo degli eventi, il finale, i personaggi principali mi sono sembrati gli stessi che si possono trovare in quei film pieni di stereotipi che di solito si guardano quando si è ragazzini. Non che questi film siano brutti, però da un film tratto da un’opera di Stephen King mi aspettavo decisamente di più. Mi aspettavo un universo decisamente più ricco, diverso dagli altri e sicuramente lo è, ma lo si può capire solamente leggendo i libri almeno credo. I primi che dicono ‘Eh non l’hai capito perché vanno letti i libri prima’ gli spezzo le tibie perché un film deve essere sempre a sé stante ma non è questo il nocciolo della questione. Quello che voglio dire è che questo universo fantasy/sci-fi è stato trattato in modo superficiale. L’esempio calzante è il personaggio di Sayre, interpretato da Jackie Earle Haley. Sin dal primo fotogramma in cui appare capiamo che è tutto meno che umano. Ok, figo, ma cos’è? Perché lui e gli altri tizi sono nascosti a New York? Il tutto si presenta in modo molto interessante ma poi non viene approfondito. Gli attori presi per questi ruoli sono anche molto adatti e non parlo solo di Haley ma soprattutto di Abbey Lee nei panni di Tirana. La Lee l’adoro perché è un’attrice bellissima, ma la sua è una bellezza molto inquietante, quasi artificiale e direi che questo concetto di bellezza è perfetto per il suo personaggio. Peccato che appaia per poco, ma se me la ricordo allora vuol dire che il suo lavoro l’ha svolto egregiamente.
Tralasciando i comprimari abbiamo dei personaggi protagonisti molto interessanti. In primo luogo il nostro pistolero, Roland, interpretato da Idris Elba. Da quello che ho capito Roland è il centro maggiore delle maggior parte delle critiche a causa della grandissima differenza che c’è tra il Roland di Elba e quello cartaceo. Io non so bene quali siano queste differenze e sinceramente, al momento, poco m’importa. Il personaggio di Roland è molto cazzuto, le scene in cui è protagonista sono molto godibili grazie alle bellissime coreografie e il suo background è molto interessante. Alla fin fine di tratta del tipi pistolero solitario protagonista dei vecchi film western solo calato in un contesto fantasy, e va detto che da un puro punto di vista delle presenza scenica il personaggio funziona. Idris Elba mi è piaciuto molto nei panni di Roland, è riuscito molto bene bel rendere la forza morale del personaggio e il suo essere cazzuto, ovviamente il tutto secondo la visione di Arcel. Va detto però che non l’ho trovato così tanto carismatico, secondo me potevano dargli delle battute più taglienti da renderlo molto più memorabile e secondo me poteva essere gestito meglio il rapporto che si instaura tra lui e Jake, il nostro protagonista interpretato da Tom Taylor.
Tra tutti i personaggi probabilmente quello di Taylor è quello che meno ho apprezzato. Jake è il tipico bambino prescelto, con dei poteri che ancora non conosce, che ha le visioni ma che nessuno gli crede che poi incontra l’eroe di turno, nasce l’alleanza e poi finisci tutto a vino e tarallucci. E’ un vero e proprio stereotipo, ed ecco che ritorna appieno l’aspetto dell’essere qualcosa di “già visto”, qualcosa di prevedibile. Per esempio il finale, una delle cose più scontate e telefonate che possano esistere. E’ vero che questo fa presagire dei pretesti molto interessanti per dei film futuri, ma rimane comunque scontatissimo. Taylor nei panni del personaggio non è stato così fenomenale, o meglio, ha fatto il suo lavoro, molto probabilmente se il personaggio fosse stato scritto meglio avrebbe fatto un lavoro migliore. Ma se i personaggi di Roland e di Jake lasciano un po’ a desiderare, questo non lo fa assolutamente il personaggio dell’Uomo in Nero interpretato dal carissimo Matthew McCounaghey.
Come ho già detto, Matthew McCounaghey è uno dei miei attori preferiti, ma al di là di ciò va detto che può essere definito come uno dei migliori attori moderni. L’abbiamo visto in tantissimi ruoli che ha interpretato in modo più che egregio, e mi interessava parecchio vederlo in questo film perché si tratta di un ruolo abbastanza inedito per l’attore. L’abbiamo già visto nei panni di personaggi negativi, ma mai nei panni di un vero e proprio villain, soprattutto all’interno di un blockbuster. Questo perché McCounaghey vuole sempre dare qualcosa di suo ai personaggi che interpreta, cosa che spesso le major evitano coi loro film di massa, ma in questo caso ha avuto modo di dare del suo e porca miseria se si vede. Le espressioni che ha il personaggio, come muoversi, si vede che sono state scritte dal regista ma anche che hanno un tocco personale dello stesso attore, che interpreta il personaggio in modo molto spontaneo. L’Uomo in Nero è un villain davvero perfido, forse anche troppo in alcune scene, e dotato di un grandissimo carisma e di una forte eleganza che lo rendono anche scenicamente molto potente. McCounaghey con il suo sguardo minaccioso, il suo fischio, che sembra annunciare l’arrivo di qualcosa di terribile e il suo completo nero, che trasforma il personaggio quasi in una vera e propria ombra che si muove nella nebbia, rendono il personaggio unico per come si presta fisicamente. Purtroppo però McCounaghey è uno di quegli attori che vanno assolutamente ascoltati in lingua originale. La sua voce è grandiosa, con il suo accento texano molto forte, e secondo me la controparte italiana più adatta per la sua voce è Adriano Giannini, che lo ha già doppiato in True Detective facendo secondo me un ottimo lavoro. Con La Torre Nera hanno fatto una bastardata, perché nei trailer McCounaghey era doppiato da Giannini, ed ero contentissimo di ciò, ma quando poi sono andato in sala ho sentito che la voce italiana era quella di Francesco Prando, doppiatore storico dell’attore. Non sto dicendo che Prando sia un cattivo doppiatore, anzi, come voce italiana di McCounaghey ci sta tantissimo, ma secondo me Giannini è più azzeccato, soprattutto per un ruolo come questo. Ad ogni modo, la perfomance dell’attore non n’è rimasta intaccata. Le uniche cose che posso dire contro il personaggio è che la perfomance di McCounaghey in alcuni momenti mi ha ricordato troppo il Kilgrave di Jessica Jones. E’ palese che si sono ispirati almeno un minimo al personaggio della serie Marvel/Netflix e alla perfomance di David Tennant. In più non mi è piaciuta la sua uscita di scena, davvero ridicola per un personaggio simile.
In sinossi, La Torre Nera è un film godibile, senza infamia e senza lode. Si tratta di un film nella norma, con un lato tecnico ben curato, anche se senza sostanza, dei personaggi interessanti, anche se un po’ troppo stereotipati, e un villain eccezionale interpretato molto bene. Diciamo che il film fa il suo dovere, ovvero intrattiene ma secondo me, essendo un film tratto da un’opera di Stephen King, poteva fare qualcosa di più, poteva essere qualcosa di più che invece non è stato. Va detto però che sono davvero fantastici i riferimenti a dir poco espliciti verso Shining e IT, di cui molto probabilmente sarete già a conoscenza. Infatti, da quello che mi è sembrato di capire, La Torre Nera è il film che ha dato vita al cosiddetto King Universe dove saranno ambientati tutti i prossimi film ispirati ad un’opera del celebre scrittore. Mi sembra che proprio l’imminente IT faccia parte di questo universo ma non ci giurerei. Come progetto devo dire che sembra molto interessante, basta che non si mettano a fare remake o cose simili di film come Shining. Sarebbe davvero una pessima idea.
Se consiglio il film? Sì, ma lo faccio da totale ignorante verso il materiale originale da cui è tratto. Per chi invece l’ha visto, come vi è sembrato il film?
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